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FONDO DI SOLIDARIETÀ COMUNALE: “I COMUNI DEL VENETO PERDONO QUASI 8 MILIONI DI EURO, DIROTTATE LE RISORSE A QUELLI IN DISAVANZO”

statistiche grafici numeri

Il presidente Mario Conte annuncia: già pronta una proposta di Anci Veneto per modificare l’articolo 57 del decreto fiscale sottoscritta da tutti i sindaci

Nella seduta dell’11 dicembre scorso della Conferenza Stato – Città ed autonomie locali sono stati definiti i nuovi criteri di riparto per l’anno 2020 del Fondo di Solidarietà Comunale – FSC. Da un primo confronto realizzato da Anci
Veneto tra i dati 2019 e quelli provvisori del 2020 risulta che:

- I Comuni del Veneto, complessivamente, subiranno una riduzione del fondo pari ad Euro 7.782.958,70;

- 418 Comuni su 563 hanno un saldo negativo rispetto all’anno 2019.

“Dopo i criteri del superamento del turnover che penalizzano pesantemente i Comuni veneti –spiega il presidente di Anci Veneto Mario Conte-, per i virtuosi ed efficienti ora arriva un’altra amara sorpresa dalla legge di bilancio. Infatti con i nuovi criteri del Fondo di Solidarietà Comunale i Comuni della nostra regione perderanno 7 milioni e 782mila euro. È vergognoso togliere queste risorse alle amministrazioni comunali, per darle magari a chi è in disavanzo o ha i bilanci in rosso. Anci Veneto anche su questo fronte darà battaglia perché è inammissibile quello che sta succedendo passo dopo passo si scopre che la legge di bilancio è una penalizzazione continua per sindaci ed i cittadini”.

Il Fondo di Solidarietà Comunale, istituito nel 2013, è lo strumento di perequazione fiscale del comparto comunale. Serve ad assicurare un'equa distribuzione delle risorse ai comuni attraverso la compensazione delle risorse storiche e la perequazione determinata dalla differenza tra fabbisogni standard e capacità fiscale. I nuovi criteri sono stati cambiati, rispetto al 2019, in quanto il decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, cosiddetto decreto fiscale, è intervenuto sulla disciplina del Fondo con l'articolo 57:  la modifica impone di ripartire tra i Comuni delle Regioni a statuto ordinario una quota del fondo del 50 per cento per l'anno 2020 ed è incrementata del 5 per cento annuo per gli anni successivi, sino a raggiungere il valore del 100 per cento a decorrere dal 2030. Il previgente comma 449, lettera c) della legge 232 del 2016, invece, prevedeva per l'anno 2020 una percentuale dell'85 per cento e del 100 per cento a decorrere dal 2021. Inoltre, è stato stabilito che l'ammontare complessivo della capacità fiscale perequabile dei Comuni delle Regioni a statuto ordinario è determinata, per l'anno 2020, in misura pari al 55 per cento dell'ammontare complessivo della capacità fiscale da perequare e che, per gli anni successivi, la suddetta quota è incrementata del 5 per cento annuo sino a raggiungere il valore del 100 per cento a decorrere dal 2029 - mentre la previgente citata lettera c) del comma 449 determinava la suddetta quota al 50 per cento. Dal monitoraggio effettuato da Anci Veneto risulta evidente che tale modifica risulta penalizzante, in modo significativo, per i Comuni del Veneto.

“L’Anci Veneto – continua Conte - ha realizzato immediatamente uno studio per avere un quadro completo della situazione. Da esso emerge che su 563 Comuni sono 418 quelli penalizzati. Dietro questi freddi numeri, solo per fare un esempio, ci sono risorse che mancheranno dai bilanci comunali e che potevano essere utilizzate per scuole, strade, sociale e sicurezza. Purtroppo la legge di bilancio ha fatto trovare sotto l’albero di Natale dei sindaci delle sorprese amare, rimandando negli anni a venire risorse strategiche per gli investimenti. Da qui il nostro giudizio sempre più negativo sulla legge di bilancio”. 

“La nostra Associazione si è già attivata –spiega il presidente- con i propri canali istituzionali con l’obiettivo di modificare i criteri che rappresentano un ulteriore duro colpo a sindaci del Veneto. Faremo sentire la  nostra voce perché non possiamo accettare questa situazione. Infatti abbiamo già pronta una proposta di emendamento sottoscritta da tutti i sindaci del Veneto per modificare l’articolo 57 del decreto fiscale. Questo conferma la nostra volontà di trovare una soluzione equa a una distorsione che rischia di mettere in seria difficoltà le nostre amministrazioni”.

“La legge di bilancio e il decreto fiscale hanno messo in evidenza ancora una volta come la gestione delle risorse da parte dello Stato centrale non riesca a premiare chi ha i conti in ordine. La via maestra per evitare queste distorsioni è l’autonomia di cui i Comuni devono essere il motore. Con la riforma, le risorse sarebbero gestite nei nostri territori e come dimostrano i sindaci del Veneto ogni giorno questo avverrebbe in modo virtuoso ed efficiente”.

In allegato le tabelle con i dati. 

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Direttore: Carlo Rapicavoli
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