“Unificare gli strumenti di finanziamento già esistenti per i Comuni in un unico Fondo nazionale sicurezza urbana con cui rispondere alle diverse finalità che arrivano dalle differenti realtà territoriali, ed anche per far fronte alle complesse richieste di sicurezza che i cittadini rivolgono ai sindaci”. A chiederne l’istituzione è stato Enzo Bianco, Presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, intervenuto alla presentazione dell’XI Rapporto sulle attività delle Polizie Locali 2022, illustrato in un convegno cui ha partecipato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
“In questo fondo, dovranno confluire le risorse del Fondo sicurezza urbana, quelle destinate a varie iniziative (‘Scuole sicure’, ‘Spiagge sicure’, ‘Laghi sicuri’ e ‘Truffe agli anziani’), come quelle per l’installazione e il potenziamento dei sistemi di videosorveglianza nei Comuni”, ha precisato.
Il presidente del Cn Anci ha anche ribadito la contrarietà dell’Anci all’idea che sembra affacciarsi di dare vita a corpi di polizia regionale. “La polizia locale è per definizione legata al municipio. Se si riesce a definire una riforma organica così concepita bene, altrimenti fermiamoci dove siamo, una legge diversa sarebbe una cosa molto più grave”.
Da parte sua Ciro Buonajuto, vicepresidente nazionale dell’Anci e delegato Sicurezza e legalità, ha fatto cenno ad un investimento articolato per rafforzare la sicurezza nei territori: “Da un lato bisogna aumentare le risorse per la prevenzione, dalla videosorveglianza fino all’incremento dell’organico della Polizia Locale”. Ma d’altro canto è necessario puntare sulla cultura, a partire dalla scuola. “Vanno date gambe alla legge sull’educazione civica, tanto voluta dai sindaci ma svuotata di contenuti, e va promosso un programma triennale educativo nazionale a partire dalla sicurezza stradale e dalla legalità”. Infine, è “necessario investire sulle periferie delle città per una riqualificazione urbanistica e sociale”.
“Sulle politiche di sicurezza urbana sono stati fatti importanti passi in avanti, dal decreto Maroni e fino alla riforma del 2017, e siamo giunti ad un buon equilibrio sia nella definizione di politiche autonome che nella gestione di interventi integrati che coinvolgono sindaci, questori e prefetti”, ha osservato il segretario generale di Anci Veronica Nicotra. A suo avviso per completare il percorso manca ancora qualcosa: “Come in molti settori dell’amministrazione, spesso ad una legislazione innovativa deve seguire una messa a punto degli istituti necessari per implementare la riforma nei diversi livelli di governo. Mettiamoci intorno ad un tavolo per discuterne con sindaci e polizie locali, il cui ruolo va valorizzato al massimo”, ha proposto rivolgendosi ai rappresentanti del ministero dell’Interno.
Sul tema delle baby gang è intervenuto il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ha auspicato una radicale riorganizzazione dei servizi di polizia locale da garantire h 24 e con adeguati strumenti tecnologici. “Bisogna investire in formazione, a partire dalle scuole, ma servono sicuramente risorse importanti per integrare i servizi educativi e sociali dei Comuni, così da poter assicurare misure di sostegno a tutte le famiglie. In alcuni casi – ha precisato – le maglie degli interventi non sono molto strette e restano fuori tanti ragazzi che restano ‘invisibili’ fino al momento ci accorgiamo di loro perché delinquono”.