Il 22 settembre a Verona si sono tenuti gli Stati Generali dei Comuni del Veneto organizzati da Anci Veneto per fare il punto della situazione sulle tante sfide che riguardano i sindaci. Al termine dell’assemblea è stato proposto un documento unico da inviare al Governo e alla Regione con le richieste e le proposte dei sindaci.
Sono intervenuti Mario Conte, presidente di Anci Veneto, Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, Damiano Tommasi, sindaco di Verona, Roberto Bazzarello, referente Anci Giovani Veneto, Flavio Massimo Pasini, presidente della Provincia di Verona, Maria Rosa Pavanello, vicepresidente vicaria di Anci Veneto, Elisa Venturini, vicepresidente di Anci Veneto, Cristiano Corazzari, assessore alla Sicurezza e Territorio della Regione del Veneto, Francesco Calzavara, assessore alla Transizione Digitale della Regione del Veneto, Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo Economico della Regione del Veneto. I rappresentanti di Cassa Depositi e Prestiti, Istituto per il Credito Sportivo e Gestore dei Servizi Energetici. Ha moderato l’incontro Giuliano Gargano, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto.
Mario Conte, presidente di Anci Veneto: “Si è chiusa un’estate particolarmente complessa: i temi sul tavolo delle istituzioni, e in particolare di noi sindaci, erano e sono ancora molteplici. I flussi migratori, le emergenze economiche e sociali, i cantieri Pnrr, il mantenimento dei servizi a fronte delle ristrettezze di bilancio: sono tanti i frangenti in cui i sindaci sono stati chiamati in causa sia per l’esigenza dei cittadini di trovare risposte concrete e tempestive, sia perché i sindaci hanno assunto un peso sempre più rilevante nel processo decisionale, anche grazie alla capacità di fare rete e di fare massa critica. In Veneto abbiamo dimostrato come, nonostante le tante difficoltà, i cantieri Pnrr procedono secondo i tempi stabiliti con l’80% delle opere già aggiudicato, avviato e concluso e il restante 20% in fase di progettazione avanzata. Se i comuni veneti riescono ad essere così virtuosi nell’attuazione di un Piano Nazionale, pensate a cosa potrebbero fare se fosse riconosciuta finalmente l’autonomia!!!. I progetti portati avanti dai Comuni sono oltre 500.
Il valore complessivo delle opere PNRR, in tutti gli ambiti (infrastrutture sociali, scuole, strade, transizione ecologica e pianificazione urbanistica, digitalizzazione) ammonta a ben 833.997.156 di euro. L’impegno dei nostri comuni deve essere rispettato. A cantieri aperti, o ad opere già appaltate, nessuno potrà dire “stop” perché i finanziamenti che prima c’erano improvvisamente non ci sono più e non sono stati sostituiti. Questa, da parte dei nostri comuni, è la dimostrazione di come la cultura del lavoro permetta di gettare il cuore oltre l’ostacolo a fronte di una cronica carenza di strumenti e di fondi. Per quanto riguarda l’immigrazione, tema sul quale stiamo facendo sforzi immani, a prescindere dalle opinioni di ognuno di noi, che su alcuni punti possono anche divergere, ritengo che i sindaci dovrebbero potersi orientare su regole certe e su un’unica cabina di regia che deve essere, lo sottolineo tre volte, europea. In questa sede lo ribadisco: le grandi strutture collettive non fanno altro che portare disagi che poi ricadono sulle nostre comunità. Vogliamo assolutamente scongiurare un’altra situazione come quelle di Cona e Bagnoli, assembramenti in cui il numero di migranti, di fatto, pareggiava quello degli abitanti.
Altro tema che interessa i nostri comuni è quello della carenza di personale. Potremo soffermarci sul turnover, sulla formazione dei dipendenti, sull’impraticabilità di alcuni servizi proprio a causa della carenza di risorse umane. Numeri alla mano, i nostri Comuni devono fare i conti con un ammanco del 25% del fabbisogno di dipendenti. Pensiamo ai Segretari comunali, costretti a quello che possiamo definire “tour de force” per gestire Giunte e Consigli Comunali o questioni tecniche spesso articolate. Se da un lato nutriamo la massima stima nei confronti dei professionisti che quotidianamente si dedicano ai nostri Municipi, dall’altro non possiamo trascurare una mancanza che si trascina da troppi anni e che ora, purtroppo, inizia a rappresentare un peso. E non tralasciamo neppure altre tematiche come il riordino degli ambiti territoriali o la gestione del post-reddito di cittadinanza.
Ecco per da questa assemblea usciamo con un documento condiviso, che vuole essere costruttivo e non distruttivo. Perché ricordiamocelo sempre, cari colleghi: noi siamo veneti. E non lo dico per una forma di campanilismo bensì perché credo che essere un “Amministratore veneto” sia un valore aggiunto, una garanzia di qualità. Quando andiamo in giro per l’Italia i comuni veneti sono punti di riferimento, modelli da imitare. E sapete perché? Perché noi non abbiamo il tempo di piangere. Perché non ci diamo mai per vinti. Perché facciamo tanto. Perché siamo, in una parola, operativi. Perché siamo, orgogliosamente, sindaci. Perché siamo orgogliosamente veneti”.
Il documento inviato: http://www.anciveneto.org/circolari-2023/16013-circolare-n-64-stati-generali-dei-comuni-del-veneto-documento-finale.html