Selvazzano, 15 dicembre – L’Anci Veneto ribadisce la propria posizione favorevole sui processi di fusione tra i Comuni in Veneto. Un processo che sta interessando 14 amministrazioni locali per le quali è in corso la procedura di fusione e la cui popolazione si esprimerà con un referendum consultivo nelle giornate del 17 dicembre 2017 e del 21 gennaio 2018. Si tratta di Belfiore, Caldiero, Roncà e S. Giovanni Ilarione in provincia di Verona, Falcade e Canale d’Agordo nel bellunese, Arsiero, Tonezza del Cimone, Barbarano Vicentino e Mossano in provincia di Vicenza, Saletto, S. Margherita d’Adige, Megliadino San Fidenzio e Megliadino San Vitale nel padovano. In tutto sono chiamati alle urne 35.340 elettori in un territorio di 322 kmq. di superficie.
“La posizione dell’Anci Veneto – afferma la Presidente Pavanello - su questo tema è sempre stata chiara: le fusioni sono un’opportunità e rappresentano uno strumento per migliorare i servizi al cittadino e per poter amministrare in modo più efficace il territorio. Siamo sempre stati in prima fila in questi processi e lo abbiamo fatto in modo concreto supportando quei Comuni che hanno deciso di avviare i percorsi di fusione attraverso corsi di formazione ad hoc per spiegare procedure, iter e normative”.
“I sindaci – continua la presidente di Anci Veneto - giustamente spesso si lamentano delle scarse risorse presenti in bilancio che bastano a malapena per far fronte alle emergenze ed è questa una situazione che si accentua nei moltissimi Comuni di piccola e media grandezza. In Veneto sono circa 271 le amministrazioni sotto i 5 mila abitanti e con gli strumenti dell’associazionismo intercomunale e delle fusioni possono far fronte alla criticità dettate dai bilanci. Infatti mettendosi insieme le amministrazioni comunali possono avere importanti vantaggi come quello di poter ottenere incentivi europei, regionali e statali”.
Per i comuni istituiti a seguito di procedimento di fusione sono previste:
- l’erogazione del contributo straordinario statale per 10 anni a decorrere dalla fusione;
- nell’erogazione del contributo straordinario regionale la priorità nell'assegnazione degli spazi finanziari regionali va ai Comuni istituiti per fusione a decorrere dal 2011;
- l’esclusione dall’assoggettamento dell’obbligo associativo per i comuni istituiti mediante fusione che raggiungono una popolazione pari o superiore a 3.000 abitanti o 2000 abitanti se appartenenti a Comunita’ montane per un mandato elettorale;
- previsione di forme premiali nelle misure di incentivazione regionale;
- esclusione da vincoli per le assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100% della spesa relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente;
- subentro nei benefici, stabiliti dall'Unione europea o da leggi statali, di cui godevano gli enti estinti.
“I processi di fusione – spiega la presidente di Anci Veneto – non rappresentano una scelta “politica”, ma sono una questione meramente amministrativa e di gestione perché permettono alle amministrazione di offrire servizi più efficaci e di poter fare investimenti ragionando in modo sistemico e questo senza disperdere l’identità, le tradizioni e le specificità di un territorio. Con la fusione i Comuni avranno a disposizione più risorse per le fiere, per gli eventi, per le manifestazioni e per tutte quelle azioni che riguardano il patrimonio di valori e di identità di una comunità e di un territorio”.
“L’Anci Veneto – conclude Pavanello – continuerà ad essere a fianco di quei Comuni che intraprendono questo percorso e lo facciamo con convinzione “senza se e senza ma” perché questa scelta mette al centro i cittadini”.
Ufficio Stampa Anci Veneto
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