Il 16 aprile si è tenuta l’audizione dell’Anci Veneto in Consiglio Regionale del Veneto nella Quinta Commissione Consiliare. La presidente, Maria Rosa Pavanello, ha presentato il documento elaborato e condiviso dal consiglio di Anci Veneto. Attraverso di esso l'Associazione esprime la propria posizione su una serie di testi: le schede ospedaliere, la soppressione dei posti letto in lungodegenza, l’accentramento di apicalità e di posti letto negli hub, il ruolo dei sindaci ed una specifica attenzione e valutazione della situazione dell’Ospedale di Castelfranco Veneto.
L’Anci Veneto, spiega Pavanello, è preoccupata a nome di tutti i sindaci per la soppressione dei posti letto di lungodegenza in tutto il Veneto. Un aspetto che non può tener conto solo dei parametri nazionali e di quelli regionali che si fondano sulla tenuta dei conti e su indicatori economici, ma che ha anche una ricaduta sociale su persone e famiglie. Nelle schede ospedaliere l’equazione non torna. Quessto, perché gli ospedali di comunità non coprono il numero di posti letto tagliati negli spazi destinati alla funzione assistenziale per acuti, cui afferisce la patologia principale stabilizzata, e quelli individuati in un’apposita unità operativa polifunzionale. Una discrepanza che va a penalizzare i pazienti, ma anche le loro famiglie. E che ricade, infine sui Comuni perché quando la degenza si protrae oltre le 4 settimane il costo del ricovero più lungo sarà a carico dell’interessato, dei suoi familiari o delle amministrazione di residenza per i meno abbienti. Questo significa che i sindaci rischiano di dover sopperire alle conseguenze dei tagli dei posti letto senza un maggior trasferimento di risorse. È una problematicità evidente e per noi centrale, che ci auguriamo venga risolta in tempi rapidi”.
Il documento dell’Anci Veneto ha focalizzato la propria attenzione anche sui rischi sugli effetti negativi del progressivo depotenziamento degli ospedali spoke che vedono trasferite agli hub apicalità, reparti e posti letto. Il modello hub e spoke prevede la concentrazione della casistica più complessa, o che richiede più complessi sistemi produttivi, in un numero limitato di centri (Hub), destinati a trattare volumi di attività tali da garantire la migliore qualità dell’assistenza erogata e il migliore utilizzo delle risorse organizzative disponibili. L’attività di tali centri è fortemente integrata attraverso connessioni funzionali con quella dei centri periferici (Spoke) per l’assistenza della casistica residua, ma queste ultime nelle schede ospedaliere sono depotenziate: “è una criticità che si riscontra in tutte le province. In questo modo si danneggiano i cittadini che non hanno più gli stessi standard di assistenza e sono costretti a recarsi in altre strutture già sature o in alcuni casi distanti soprattutto per quel che riguarda le emergenze. Una disagio ed una criticità che rischiano di avere ripercussioni pesanti e che. Per la comunità gli ospedali sono un punto di riferimento ed il primo presidio sanitario sul territorio per questo vanno tutelali e garanti servizi ed assistenza di qualità, che non si possono sacrificare facendo riferimento esclusivamente alla logica della spending review perché stiamo parlando della salute dei cittadini”.
“L’Anci Veneto – conclude la presidente Pavanello – è interlocutore serio ed affidabile per questo è a disposizione della Regione per quel che riguarda la programmazione sanitaria. E siamo convinti che un nostro maggiore coinvolgimento nel ruolo di proposta, controllo e verifica dei risultati delle politiche sanitarie aziendali e regionali potrebbe portare ad una programmazione più calibrata sulle esigenze ed istanze dei territori e delle comunità della nostra regione