Il 20 novembre, nel corso dell'Assemblea Nazionale ANCI a Arezzo, l’ANCI Veneto ha presentato lo studio realizzato in collaborazione con ANCE (Associazione nazionale costruttori edili) dal titolo "La spesa per investimenti nei Comuni del Veneto: freni e potenzialità di sviluppo".
Si tratta di un’iniziativa che segue quelle degli anni precedenti incentrata sugli avanzi di amministrazione nei Comuni del Veneto. Nell'anno 2017 si misurava che l'impiego immediato degli avanzi avrebbe comportato un aumento del PIL regionale tra lo 0,5% e lo 0,7%, stimato prudenzialmente. Gli avanzi di amministrazione che sono stati sbloccati nel 2018 valgono circa un miliardo di euro e potrebbero rappresentare, quindi, un volano per l’intero sistema economico ma nella realtà, faticano ad essere utilizzati dalle amministrazioni comunali.
Quest'anno, lo studio di Anci Veneto evidenzia, innanzitutto, che l'abolizione dei vincoli di finanza pubblica (ex patto di stabilità) ha effettivamente prodotto nel periodo tra gennaio e settembre 2019 un aumento della spesa per investimenti nel Veneto di circa il 23%, ma vi sono altri fattori che condizionano negativamente l'impiego delle risorse disponibili. Lo studio, inoltre, sottolinea come la ripresa non assicuri un ritorno al livello di investimenti del 2008. In 10 anni infatti si è registrato un vero e proprio gap infrastrutturale in Veneto con una contrazione degli investimenti comunali di circa 10 miliardi. E nello stesso arco temporale la spesa in conto capitale è passata da 1,3 miliardi di euro circa del 2008 ai 695 milioni del 2018 per una riduzione del 49,8%.
La ricerca evidenzia come il superamento del pareggio di bilancio e l’eliminazione di ogni vincolo sui saldi stia producendo i primi effetti soprattutto tra gli enti dotati di una buona capacità amministrativa, ovvero quelli virtuosi. E’ evidente anche però che il cambiamento delle regole finanziarie richieda tempi parte degli enti che, dopo anni di inattività, hanno visto del tutto depotenziata la loro capacità di investimento, anche a causa del blocco del turnover del personale degli enti.
La ricerca dell’Anci Veneto e di Ance ha cercato, infine, di individuare i freni agli investimenti attraverso un questionario somministrato a circa 500 sindaci. Il 90% degli intervistati segnala i seguenti fattori critici:
1. la complessità del codice dei contratti,
2. la complessità della contabilità,
3. problematiche legate al turnover del personale.
“Quello che emerge con forza dal nostro studio – ha spiegato la presidente Maria Rosa Pavanello - è l’efficacia dello sblocco degli avanzi di amministrazione che, però, rappresenta un punto di partenza e non un punto di arrivo. Infatti ai sindaci va data la possibilità di utilizzarli, quando oggi risulta invece estremamente complicato a causa delle regole e dal peso della burocrazia. Non sono, tuttavia, gli unici elementi frenanti, vi è un ulteriore aspetto segnalato in modo compatto dai sindaci: il problema del personale. Il turnover del personale genera un rallentamento dell’attività amministrativa e rende farraginoso il lavoro degli uffici. Si tratta di un disagio da noi segnalato nel manifesto, perché richiede un intervento immediato ad iniziare proprio dal codice degli appalti. Lo studio conferma che se diamo strumenti ai sindaci per investire questo ha un impatto positivo anche sull’intero sistema economico locale. È questa la strada giusta su cui bisogna continuare”.
Per visualizzare lo studio completo: https://drive.google.com/file/d/1Eol3Fy6RcRZJOvd8JXUeXxWJQMYvRYeq/view