Lo scorso 11 dicembre è stato dato il via libera, in conferenza Stato Città, al decreto attuativo sulla nuova disciplina delle assunzioni dei Comuni a tempo indeterminato. Il decreto si riferisce alla sostituzione del personale che va in pensione, tema di primaria importanza: si calcola che dal 2010, per effetto della spending review, i Comuni abbiano perso circa 80mila dipendenti, pari al 20 per cento del totale, andati in pensione e non rimpiazzati. Per questo il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, considera la bozza del decreto un buon passo in avanti, seppure non priva di evidenti criticità: “Il superamento dei vincoli del turnover è una battaglia su cui i sindaci del Veneto si sono sempre fatti sentire. I contenuti del provvedimento, tuttavia, non risolvono fino in fondo le criticità e le nostre difficoltà. Quando si parla di personale, si parla di servizi da offrire ai cittadini nonché l’efficienza della macchina amministrativa. Da un primo esame, invece, la bozza del decreto rischia di penalizzare i Comuni virtuosi. E quindi quelli del Veneto”.
Nello specifico, la proposta del Governo determina i valori soglia della spesa del personale sulla media degli accertamenti di competenza, riferiti alle entrate correnti degli ultimi tre rendiconti approvati. Purtroppo tale criterio non tiene conto di realtà, come quella veneta, nelle quali servizi fondamentali già da anni vengono svolte in forma associata: esempi ne sono la gestione dei rifiuti urbani e il servizio idrico integrato, presi in carico attraverso gli ambiti ottimali anche per la gestione delle tariffe e la riscossione. Ne consegue che nei bilanci dei nostri Comuni, a differenza di gran parte del resto d'Italia, non figura la Tari tra le entrate correnti. E neppure, tra le spese correnti, il servizio di igiene urbana. Il risultato è un rapporto evidentemente iniquo per la determinazione della soglia della spesa.
“Tra l'altro, la bozza del provvedimento in essere non tiene conto del fatto che le municipalità del Veneto –prosegue il presidente– fanno pagare meno ai cittadini, grazie a politiche di gestione virtuose che di conseguenza portano a meno entrate. Questo significa che i Comuni del Veneto paradossalmente dovrebbero tagliare personale e non assumerne. Si tratta di un meccanismo inaccettabile”.
Tra le prossime mosse dell'Anci regionale, le dovute indicazioni ai Comuni sui nuovi criteri che al momento consentono un turn over al 100 per cento. Ma anche la richiesta di immediati correttivi ai criteri di determinazione delle soglie, tenendo conto della diversa composizione delle entrate correnti se dovute a gestioni associate dei servizi pubblici locali. Come pure far presente il rapporto dipendenti/popolazione nella determinazione delle facoltà assunzionali: da una verifica di tale rapporto, è facile dimostrare come i nostri Comuni, pur con un rapporto ben al di sotto della media nazionale, senza i correttivi sulla determinazione delle entrate correnti si troverebbero ulteriormente penalizzati.
“L’Anci Veneto è al lavoro per raccogliere i dati e delineare un quadro della situazione regionale. Il passo successivo è di presentare proposte migliorative e ottenere a breve i doverosi correttivi. Il superamento del turnover è per i sindaci una necessità e non un’opzione, da garantire con i premi ai virtuosi”.