“Purtroppo è evidente che questa legge di bilancio è frutto di accordi al ribasso e come sempre è meglio nessun accordo che un cattivo accordo. Sulle misure a favore dei Comuni al momento sono in gran parte promesse a futura memoria rimandate si prossimi anni, un libro dei sogni per il futuro e nel breve non vi è nulla di concreto”.
Il Presidente di Anci Veneto si è soffermato, in particolare, sul tema del turnover del personale: “la bozza di decreto attuativo, che avrebbe dovuto favorire le assunzioni, rischia di trasformarsi, senza le necessarie modifiche, in una norma che danneggia i Comuni del Veneto e lo fa perché sono virtuosi. È un paradosso, ma con questa norma non veniamo messi nelle condizione di assumere più personale, ma rischiamo di dover ulteriormente ridurre le attuali dotazioni organiche, già fortemente carenti rispetto alle esigenze. Il problema è il criterio scelto che è quello delle entrare correnti che non tiene conto del fatto che abbiamo una gestione efficiente e che mira ad abbassare le tariffe per il cittadino in determinati servizi”.
Nello schema di DPCM, esaminato dalla Conferenza Stato – Città in data 11 dicembre 2019, si rilevano infatti elementi di incongruenza che necessitano di urgenti correttivi. Avere rapportato il valore soglia della spesa del personale ammissibile esclusivamente come percentuale, differenziata per fascia demografica, della “media delle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati, considerate al netto del fondo crediti dubbia esigibilità stanziato in bilancio di previsione” conduce a risultati non pienamente rispondenti ai dati reali. Purtroppo tale criterio non tiene conto di realtà, come quella veneta; in moltissimi Comuni i servizi pubblici a rilevanza economica fondamentali già da anni vengono svolte in forma associata, tramite società interamente pubbliche: esempi ne sono la gestione dei rifiuti urbani, in attuazione degli obblighi previsti dalla Legge Regionale 31 dicembre 2012 n. 52, e il servizio idrico integrato, presi in carico attraverso gli ambiti ottimali, da tempo costituiti ed operanti, anche per la gestione delle tariffe e la riscossione. Ne consegue che nei bilanci dei Comuni, a differenza di gran parte del resto d'Italia, non figura la Tari tra le entrate correnti. E neppure, tra le spese correnti, il servizio di igiene urbana. Il risultato è un rapporto evidentemente iniquo per la determinazione della soglia della spesa. Non si tiene altresì conto della gestione di altri servizi tramite soggetti pubblici che si occupano anche della riscossione diretta, per conto dei Comuni, delle tariffe e dei proventi di carattere tributario e non, che non vengono contabilizzati tra le entrate correnti (né la relativa spesa tra quelle correnti) del Comune ma che trovano riscontro nella contabilità del soggetto gestore, sottoposto a controllo pubblico. Da una rapida verifica con molti Comuni del Veneto, risulta che applicando i criteri e i valori soglia della bozza di DPCM, tutti verrebbero penalizzati.
Anci Veneto ha proposto correttivi al DPCM; si attendono possibili modifiche alla norma anche attraverso il decreto milleproroghe, di prossima pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, e l’esame parlamentare per la conversione in legge.
“Per rendere migliore la norma basterebbe andare a vedere non solo le entrate correnti, ma per esempio tener conto anche della spesa pro capite del personale e quella dei Comuni del Veneto è tra le più basse a livello nazionale. L’approccio di Anci Veneto naturalmente è costruttivo perché non abbiamo esclusivamente sottolineato le criticità del provvedimento, ma abbiamo proposto delle soluzioni per migliorarla. Siamo in costante contatto e stiamo lavorando con il Sottosegretario Variati e abbiamo attivati tutti i canali istituzionali per trovare una soluzione.
“Lo dico forte e chiaro da Sindaco e da Presidente di Anci Veneto: i Comuni del Veneto vanno ascoltati. Per questo siamo pronti a battere i pugni sul tavolo per farci sentire in tutte le sedi opportune, anche in Anci Nazionale se necessario, perché nella formulazione della norma non si è tenuto conto delle nostre istanze e soprattutto del fatto che se siamo virtuosi questo non può essere penalizzante”.
Il Presidente di Anci Veneto, Mario Conte, ha chiuso l’intervento con un appello a tutti i Sindaci: “attiviamoci con i nostri rappresentanti in Parlamento e facciamo squadra per far modificare questo provvedimento. Il problema del personale non è un tema secondario, ma è il tema dei temi perché significa garantire servizi adeguati e Comuni efficienti. Per questo dobbiamo essere compatti e dare un segnale forte e chiaro: non possiamo essere danneggiati”.
ALCUNI ARTICOLI DEI QUOTIDIANI REGIONALI CHE HANNO PARLATO DI NOI:
http://www.daily-press.it/AnciVeneto/PDF/2019/2019-12-29/2019122944122778.pdf
http://www.daily-press.it/AnciVeneto/PDF/2019/2019-12-29/2019122944122212.pdf
http://www.daily-press.it/AnciVeneto/PDF/2019/2019-12-29/2019122944121944.pdf
http://www.daily-press.it/AnciVeneto/PDF/2019/2019-12-29/2019122944121187.pdf