Maria Rosa Pavanello, fresca di elezione come presidente di Anciveneto ma già da due anni sindaca di Mirano (Ve), entra nel vivo dei suoi compiti. Gli impegni in agenda sono già molti. 

Un avvio con il botto: ieri la riunione dei sindaci a Montecitorio, la prossima settimana la prima convocazione dell’ufficio di presidenza, poi la prima seduta del consiglio per eleggere il direttivo. Quale dovrà essere fin da subito l’orientamento dell’Associazione? 

Come anticipavo durante l’assemblea, chiederemo con forza una maggiore autonomia e la revisione del patto di stabilità per quel che riguarda la messa in sicurezza degli edifici pubblici e del territorio a livello idraulico. Dobbiamo avere le mani libere per gli investimenti e avere maggiori risorse a disposizione per il sociale.

Lei ieri è stata a Roma, a portare le istanze dei comuni assieme a 600 colleghi da tutta Italia. Come sono state accolte le vostre richieste?

Positivo è stato l’incontro con Graziano Delrio, che ci ha fornito qualche rassicurazione in più: nella prossima legge di stabilità ci dovranno essere spazi ulteriori per l’autonomia. Visto che dobbiamo fare fronte a tagli enormi nei trasferimenti, devono lasciarci attingere alle nostre risorse. Mi è piaciuto anche l’intervento del nostro presidente nazionale Piero Fassino, che ha proposto l’istituzione di una conferenza interistituzionale per condividere le scelte. L’unico appunto è che non si sia parlato dei fabbisogni standard, un nodo centrale per una maggiore giustizia territoriale.

Conferenza interistituzionale… di che si tratta?

Intendeva un tavolo di confronto permanente assieme ai ministri, ai presidenti di Camera e Senato, ai presidenti delle Regioni e dell’Anci, con riunioni almeno a cadenza mensile. La trovo francamente un’ottima idea per poter dialogare in modo concreto. 

Intanto bisognerà arrivare a un’azione unitaria da parte delle municipalità venete. 

Lavorare assieme è un presupposto per fare bene anche all’interno dell’Anci regionale. Mi impegnerò moltissimo perché tornino a far parte dell’Associazione i Comuni che negli anni sono usciti, facendo in modo che capiscano l’utilità di farne parte. Ma gli stessi sindaci devono capire che l’Associazione è tutti loro, che non ci siamo solo io e gli altri dei vertici a rapportarsi con le istituzioni superiori: tutti hanno il diritto e il dovere di partecipare.