C'è tempo fino al corrente venerdì 9 ottobre per chiedere l'anticipazione di liquidità per il pagamento dei debiti commerciali.
E' quanto previsto dal “decreto Agosto”: si tratta della finestra aggiuntiva per nuove richieste, da parte degli enti locali, a quanto già disposto dal “decreto Rilancio”, in cui si assicurava la liquidità per il pagamento dei debiti degli anni precedenti.
Le anticipazioni consentono agli enti di accelerare il pagamento dei debiti pregressi e li mettono nelle condizioni di non dover sottrarre liquidità “corrente” al pagamento dei debiti di nuova formazione.
L'utilizzo dei fondi dell'Unione Europea raggruppati nel Recovery Fund è uno dei temi salienti delle prossime settimane. I Comuni chiedono di poter gestire in maniera diretta i finanziamenti, per una serie di importanti progetti messi in chiaro dall'Anci al Governo.
In agenda compaiono in primis il rilancio delle periferie e il potenziamento delle reti digitali. A cui si aggiungono l'edilizia verde, la mobilità sostenibile, la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.
Nella corsa al Recovery Fund anche le Province rivendicano un ruolo fondamentale, tanto che si parla di un nuovo Testo Unico degli Enti Locali ad hoc. Del resto a loro spetta la realizzazione di nuovi plessi di istituti superiori, nonché di strade e ponti. Argomenti che inevitabilmente interessano le amministrazioni comunali, a loro volta parte dei consigli provinciali e per cui verrebbe stimato l'impiego di 9,5 miliardi di euro. Le stesse Province chiedono di essere supportate nel processo di semplificazione.
Sono quaranta i Comuni veneti al voto in questa tornata. Sedici le conferme, anche se bisognerebbe tener conto dei tanti neosindaci che nell'amministrazione precedente facevano comunque parte della maggioranza. Due i ballottaggi, a Castelfranco Veneto e Portogruaro. Due pure le municipalità rimaste sotto l'egida di un commissario, visto il mancato raggiungimento del quorum o l'assenza di candidati.
Bellunese. A Borca di Cadore e a Colle Santa Lucia confermati rispettivamente Bortolo Sala e Paolo Frena. A Gosaldo e a San Vito di Cadore hanno prevalso rispettivamente Stefano De Zanche ed Emanuele Caruzzo. A Valle di Cadore altri cinque anni per la prima cittadina uscente Marianna Hofer. Idem dicasi a Vodo di Cadore per Domenico Belfi. Infine a Voltago Agordino e a Lozzo di Cadore restano i commissari prefettizi.
Padovano. A Bovolenta e a Castelbaldo due conferme, rispettivamente di Anna Pittarello e Riccardo Bernardinello. Anche Davide Moro eletto per il secondo mandato consecutivo a Due Carrare. Mentre a Casale di Scodosia è diventato sindaco Marcello Marchioro. A Campodarsego vince Valter Gallo, a Pernumia Marco Montin e a Sant'Angelo di Piove Guido Carlin. Ylenia Belluco, infine, s'insedia a Vighizzolo d'Este.
Rodigino. A Villadose, unico Comune al voto, vince Pierpaolo Barison.
Trevigiano. A Castelfranco il ballottaggio ha premiato l'uscente Stefano Marcon. Ad Arcade arriva Fabio Gazzabin, a Spresiano confermato seppure con un'altra coalizione Marco Della Pietra. Primo cittadino di Vidor è Mario Bailo, di Chiarano Stefano De Pieri.
Veneziano. Nell'unico comune capoluogo, Venezia, si conferma Luigi Brugnaro direttamente al primo turno. Al voto anche Eraclea, a favore di Nadia Zanchini. Due conferme, a Cavallino Treporti e a Dolo rispettivamente per Roberta Nesto e Alberto Polo. A Portogruaro si è dovuto attendere il ballottaggio del 4 ottobre per la vittoria di Florio Favero. Torre di Mosto va a Maurizio Mazzarotto.
Veronese. Ad Albaredo d'Adige confermato Giovanni Ruta e a Bonavigo Ermanno Gobbi. A Palù vince Francesco Farina. A Rivoli diventa sindaca Giuliana Zocca, a Trevenzuolo Eros Torsi. A Vigasio farà il secondo mandato consecutivo Eddi Tosi.
Vicentino. Ad Albettone s'impone Francesca Rigato. A Cogollo del Cengio confermato Piergildo Capovilla. A Lonigo invece vince Pier Luigi Giacomello, a Malo Moreno Marsetti. A Posina è la volta di Adelio Cervo. Infine Armando Cunegato è il nuovo primo cittadino di Recoaro.
Il presidente di Anci Veneto, Mario Conte, replica al ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla questione delle risorse contro il dissesto per i piccoli Comuni: “Non si scarichino le colpe sui sindaci per quel che riguarda la sicurezza idrogeologica del territorio. In Veneto, per esempio, siamo un modello virtuoso per quel che riguarda non solo la ricostruzione dopo i danni del maltempo, ma anche per la capacità di costruire le opere di mitigazione grazie al lavoro di squadra tra Regioni e Comuni”.
“Le parole del ministro sono irrispettose nei confronti di quegli amministratori dei Comuni colpiti, che hanno spalato fango e spostato tronchi per aiutare la propria comunità. Gli interventi per contrastare il maltempo e mettere in sicurezza il territorio richiedono risorse enormi, che le municipalità non hanno. Questo, a maggior ragione dopo che nell’ultimo anno hanno dovuto pensare 24 ore su 24 all’emergenza del Covid, che purtroppo ha catalizzato interventi e risorse. Non si trattè perciò di mancanza di progetti, ma di priorità”.
“Se fosse data al Veneto l’autonomia richiesta – conclude il presidente Anci Veneto – e che si merita, grazie anche all’operato quotidiano dei sindaci, a quest’ora in termini di opere di contrasto al dissesto avremmo già fatto molta strada, garantendo ai cittadini di vivere in un territorio sicuro”.
